Insigne Collegiata di S. Bartolomeo – Concerto di Pasqua 2008

 

di Simone Fagioli

 

Nella storica cornice della Insigne Chiesa Collegiata di San Bartolomeo in Montefalco, il giorno di Pasqua si è avuta l’occasione di ascoltare un pregevole concerto d’organo, eseguito dal Maestro Angelo Silvio Rosati, che ha riscosso vasto consenso tra il pubblico presente.

L’evento, voluto dal Priore Mons. Alessandro Lucentini, ha suggellato tutta una serie di manifestazioni a carattere religioso che la Parrocchia ha tenuto in occasione delle festività Pasquali. Grazie ad esso, si è avuta la possibilità di ascoltare, attraverso le esecuzioni di un interprete assai valido e di chiara fama, la splendida voce del prezioso organo storico costruito nel 1854 dai Fratelli Martinelli di Umbertide, recentemente restaurato ad opera dell’organaro folignate Angelo Carbonetti.

Il maestro organista, forte di una solida formazione musicale formatasi tra l’Italia e gli Stati Uniti d’America, ha dimostrato di saper affrontare brillantemente un repertorio che abbraccia un orizzonte storico assi vasto e che comprende scuole organistiche di diverse nazionalità.

Dopo il brano d’apertura, la celeberrima Toccata e Fuga in re minore di J.S. Bach, l’attenzione si è concentrata sulla scuola francese della prima metà del 1700; in particolare, l’esecuzione del Trio di Couperin (tratto dalla Messa “propre pour les convents de religieux et religieuses”) ha evidenziato la bellezza dei registri solistici “da concerto” che lo strumento storico possiede.

Dal settecento francese (che ha compreso anche Clerambault, all’epoca organista della Chiesa Parigina di Saint Sulpice) si è passati poi alla scuola organistica Inglese attraverso la caratteristica forma musicale del “Voluntary”, che il compositore John Stanley soleva eseguire durante le funzioni liturgiche a completamento del canto assembleare. Successivamente si è tornati in Italia con la musica del padre gesuita Domenico Zipoli, la cui produzione venne largamente utilizzata anche nelle “reducciones de indios” del Paraguay, ove egli operò come missionario.

Il tributo alla musica ottocentesca italiana non poteva di certo mancare; in tale contesto storico (in cui lo strumento protagonista di questo concerto venne concepito) è noto che, nel Bel Paese, la produzione musicale destinata all’organo era fortemente influenzata dal gusto operistico teatrale in voga nell’Italia di quel tempo. L’autore prescelto, il catanese Vincenzo Bellini, richiama nella sua Sonata in sol maggiore per organo (recentemente pubblicata a cura di Arturo Sacchetti), proprio quelle sonorità tipiche della sua più celebre produzione destinata al mondo del Teatro d’Opera.

Sempre rimanendo in casa nostra nel periodo ottocentesco, la scelta del repertorio si è poi focalizzata su un autore contemporaneo ed amico di Gaetano Donizetti, ovvero Padre Davide da Bergamo (al secolo, Felice Moretti), dell’Ordine Francescano dei Minori Riformati. La sua “Elevazione” per organo, eseguita al gran finale del concerto, è tra le ultime composizioni appartenenti alla vasta produzione del grande Maestro lombardo, che fu anche rinomato progettista e collaudatore di organi; anche essa è fortemente caratterizzata dallo stile operistico orchestrale dell’epoca, che la fonica degli strumenti coevi (come quello utilizzato in questo concerto) ha felicemente posto in risalto.

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